regolamento kite lago di garda

MODIFICHE AL REGOLAMENTO KITE REG. VENETO 2012

15 aprile 2012 alle ore 3:32

Bollettino  Ufficiale  della  Regione  del  Veneto  n.  22  del  23  marzo  2012 7

PARTE SECONDA

CIRCOLARI, DECRETI, ORDINANZE E DELIBERAZIONI

Sezione prima

ORDINANZE DEL DIRIGENTE DELLA DIREZIONE MOBILITÀ

ORDINANZA   DEL   DIRIGENTE   DELLA   DIREZIONE   MOBILITÀ  n.  27  del  28  febbraio  2012

Disciplina della pratica del kiteboarding e di traino di galleggianti idonei al trasporto di persone nelle acque del lago  di  Garda  -­  Regione  del  Veneto.  Modifiche  all’ordinanza   n. 130 del 17 agosto 2010.

[Trasporti e viabilità]

Il  Dirigente

Vista l’ordinanza n. 130 del 17 agosto 2010;

Preso  atto  della  nota  prot.  7671  del  13.5.11,  con  la  quale  il   Comune  di  Malcesine  chiedeva  la  deroga  alla  distanza  dagli   ingressi dei porti per la predisposizione dei corridoi di lancio per  la  partenza  dei  “Kiteboards”;;

Preso altresì atto delle osservazioni di cui a suo tempo la   Federazione   Italiana   Sci   Nautico   -­   al   cui   interno   fino   al   dicembre 2011 era inquadrata la disciplina del kiteboarding – si è fatta promotrice a nome delle Scuole e Associazioni di kiteboarding che operano sulla sponda veneta del lago di Garda  e  che  riguardano  il  limite  di  età  degli  atleti  e  le  regole   delle precedenze;

Ritenuto che, ove condizioni particolarmente favorevoli dello  specifico  territorio  possano  comunque  garantire  condi- zioni  di  sicurezza  -­  certificate  con  apposito  atto  del  Comune   competente e valutati di volta in volta i singoli casi, possa es- sere ridotta la distanza minima del corridoio di lancio rispetto all’ingresso laterale del porto;

Ritenuto che risulta opportuno per ragioni di sicurezza rivedere alcuni aspetti della navigazione con il kiteboard, in particolare le disposizioni comportamentali in ordine alle precedenze;

Vista   la   valutazione   favorevole   espressa   dalla   F.I.V.   con   nota  prot.206/A  D.A.  del  25.1.12,  relativamente  alle  modifiche   apportate alle regole di precedenza;

Ritenuto altresì opportuno standardizzare la denomina- zione  di  tale  sport  usando  il  termine  kiteboarding/kiteboard,   come  segnalato  dalla  Federazione  stessa;;

Ciò premesso,

ordina

Art.  1  -­  MODIFICA  DELLA  TERMINOLOGIA

1.   Il  termine  “kitesurf”  presente  nell’ordinanza  n.  130   del  17  agosto  2010  è  sostituito  con  il  termine  kiteboarding/ kiteboard  coma  da  definizione  della  International  Sailing  Fe- deration  (ISAF).

Art.  2  -­  MODIFICA  AL  CAPO  II,  ART.2  DELL’ORDI- NANZA  N.  130/45.02  DEL  17.8.2010

Dopo  il  comma  1  dell’art.2  dell’Ordinanza  n.  130/2010  è

inserito il seguente: “1bis.   La   pratica   del   kiteboarding   è   consentita   a   partire

dall’età  di  anni  14.  Fino  al  compimento  dei  16  anni,  i  praticanti   devono essere accompagnati da un istruttore regolarmente abilitato.”.

Art.   3   -­   MODIFICA   E   INTEGRAZIONE   ALL’ORDI- NANZA  N.  130/45.02  DEL  17.8.2010 1.   Il  comma  3  dell’art.7  dell’Ordinanza  n.  130/2010  è  abro-

gato. 2.   Dopo  il  comma  4  dell’art.7  dell’Ordinanza  n.  130/2010  è

inserito il seguente:

“4bis.  La  distanza  indicata  alla  lettera  a)  del  comma  1)  del   presente  articolo  può  essere  ridotta  fino  a  metri  300  dall’in- gresso laterale del porto valutate le condizioni particolarmente favorevoli  dello  specifico  territorio,  che  garantiscano  comunque   adeguate  condizioni  di  sicurezza,  certificate  mediante  apposito   atto  del  Comune  competente.”.

Art.4   -­   MODIFICA   ALL’ORDINANZA   N.   130/45.02   DEL  17.8.2010

1.   1.

2. 3.

4.   5.

6.   7.

8.

9.

L’art.8   dell’Ordinanza   n.   130/2010   è   sostituito   dal   se- guente: “Articolo  8  -­  Disposizioni  comportamentali. Con   l’esclusione   dell’ipotesi   di   cui   all’articolo   4,   la   par- tenza e l’atterraggio dei kiteboards devono essere effettuati soltanto   nei   corridoi   di   lancio   di   cui   all’art.   6   e   devono   avvenire  con  la  tecnica  del  “body  drag”,  che  consiste  nel   farsi trascinare dall’aquilone con il corpo in acqua sino al limite a largo del corridoio di lancio, o navigando in cor- retta  postura  ed  a  bassa  velocità  con  il  massimo  controllo.   Nei  corridoi  di  lancio  ed  in  prossimità  della  riva  è  proibito   eseguire  figure  e  salti.

È consentito il transito di un solo kiteboard per volta con diritto di precedenza ai mezzi in rientro. A terra è vietato effettuare prove di manovra del kiteboard, nonché lasciare incustodito il kiteboard senza aver scol- legato almeno un lato dell’ala e riavvolto completamente i cavi sul boma. È  fatto  obbligo  di  collegare  le  linee  solo  quando  si  è  pros- simi al decollo dell’ala ed assicurarsi, altresì, di scollegarle quando si atterra. La  circolazione  dei  kiteboards  non  deve  creare  situazioni  di   pericolo o d’intralcio alla navigazione in genere, evitando le  aree  particolarmente  frequentate  da  altre  unità  in  navi- gazione,  quali  in  particolare,  unità  a  vela  e  windsurf. Il  kiteboard  è  unità  di  navigazione  a  vela  e  pertanto  deve   attenersi alle regole di precedenza della navigazione a vela. Il  kiteboard  che  procede  in  corretta  postura  di  navigazione   deve rispettare le norme di incrocio, il kiteboard mure a dritta ha diritto di precedenza sul kiteboard mure a sinistra. Il  kiteboard  mure  a  dritta  deve,  sollevando  l’aquilone,  dare   spazio  a  chi  passa  sottovento.  Il  kiteboard  mure  a  sinistra   deve tenere l’aquilone basso. Il  kiteboard  che  procede  mure  a  dritta  -­  in  corretta  postura   di  navigazione  -­  in  incrocio  con  altra  deriva  o  unità  a  vela,   deve mantenere la rotta mantenendo alto l’aquilone, assu- mendo una conduzione prudente e responsabile. L’unità  di  kiteboard  che  procede  nella  stessa  direzione  di   altro  kiteboard  o  unità  a  vela  sopravento,  dà  spazio  a  quella   sottovento mantenendo sollevato l’aquilone.

8 Bollettino  Ufficiale  della  Regione  del  Veneto  n.  22  del  23  marzo  2012

10.   In  fase  di  incrocio  chi  è  sottovento  deve  evitare  bruschi   movimenti con l’aquilone.

11.   In  caso  di  sorpasso  il  kiteboard  più  veloce  proveniente  da   tergo deve tenersi discosto da quello più lento mantenendo distanza di sicurezza.

12.  Manovre,  transizioni,  figure  aeree,  navigazione  in  figure   artistiche, manovre in loop di aquilone, comportano la per- dita dei diritti di precedenza e vanno eseguite mantenendosi discosti  da  altre  unità  di  navigazione  di  qualsivoglia  tipo,   nel  rispetto  degli  spazi  e  delle  norme  di  prudenza.”.

Art.5  -­  ENTRATA  IN  VIGORE  E  PUBBLICITÀ

  1. 1.    La   presente   Ordinanza,   pubblicata   integralmente   unita- mente all’Allegato A sul BUR, entra in vigore il giornosuccessivo alla sua pubblicazione.
  2. 2.    L’Allegato  A  al  presente  provvedimento  sostituisce  a  tuttigli effetti il testo pubblicato sul B.U.R. n. 72 del 3 settembre2010.

3. È fatto obbligo a chiunque di osservare e far osservare la

Articolo 1 – Disciplina del traino dei galleggianti.

1.   Il  traino  di  galleggianti  comunemente  denominati  “ba- nana  boat”,  “ciambelle”  o  mezzi  similari,  che  non  si  sollevano   dall’acqua, idonei al trasporto di persone, è consentito da mez- z’ora prima del sorgere del sole a mezz’ora dopo il tramonto del sole, e comunque con tempo favorevole e lago calmo, nelle acque distanti almeno cinquecento metri dalla riva.

2.   Nell’esercizio  di  tale  attività  di  traino  si  osservano  le   seguenti norme: a)   I  conduttori  delle  unità  sono  assistiti  da  persona  esperta

nel nuoto; b)   la  partenza  e  il  recupero  del  galleggiante  e  dei  suoi  tra-

sportati  avvengono  in  acque  libere  da  bagnanti  e  da  unità

o entro gli eventuali corridoi di lancio; c)   la  distanza  laterale  di  sicurezza  fra  l’unità  di  traino  e  le

altre  unità  deve  essere  superiore  di  una  volta  e  mezza  alla

lunghezza del cavo di traino; d)   durante   le   varie   fasi   del   traino   la   distanza   tra   l’unità   di

traino ed il galleggiante non deve mai essere inferiore a

dodici metri; e)   le  unità  adibite  al  traino  devono  essere  munite  di  disposi-

tivo per l’inversione della marcia e per la messa in folle del motore e dotate di un’adeguata cassetta di pronto soccorso e di un numero di salvagenti pari al numero massimo delle persone trasportabili dal galleggiante;

f)   è  vietato  a  tale  unità  trasportare  altre  persone  oltre  al  con- ducente e all’accompagnatore esperto di nuoto ed eseguire il rimorchio contemporaneo di più di un galleggiante;

g)   le  persone  a  bordo  del  galleggiante  devono  indossare  idoneo   mezzo di salvataggio così come previsto dalla normativa statale vigente;

h)   le  unità  adibite  al  traino  devono  essere  munite  di  adeguati   dispositivi di traino e di specchietto retrovisore previsti dalle normative vigenti in materia;

i)   la  velocità  massima  raggiungibile  deve  essere  quella  pre- vista dalle norme tecniche del mezzo trainato e non può comunque superare 20 nodi;

j)   Il  conduttore  deve  essere  in  possesso  di  patente  nautica   qualsiasi  sia  la  potenza  del  motore  installato  sul’unità. 3. Per tutto quanto non previsto dalla presente Ordinanza

si  osservano  le  disposizioni  previste  dal  D.M.  20.07.1994,  n.   550  “Regolamento  recante  disciplina  dello  sci  nautico  in  acque   interne”,  nonché  la  disciplina  prevista  dalla  L.R.  1  dicembre   1989,  n.  52.

Capo  II Esercizio  della  pratica  del  kiteboarding

Articolo  2  -­  Esercizio  della  pratica  del  kiteboarding.

1.   Nelle  acque  di  competenza  della  Regione  del  Veneto   la  pratica  del  kiteboarding  (tavola  con  aquilone)  è  consentita   esclusivamente  secondo  le  modalità  e  nei  limiti  stabiliti  dal   presente Capo dell’Ordinanza.

1bis.  La  pratica  del  kiteboarding  è  consentita  a  partire  dai   14  anni  di  età.  Fino  al  compimento  dei  16  anni,  i  praticanti   devono essere accompagnati da un istruttore regolarmente abilitato.

presente Ordinanza.

Ordinanza  n.  130  del  17  agosto  2010  come  modificata  dall’Or- dinanza n. 27 del 28 febbraio 2012. Oggetto: Disciplina della pratica del kiteboarding e di traino di galleggianti idonei al trasporto di persone nelle acque del lago di Garda – Regione del Veneto.

Il  Dirigente  Regionale della  Direzione  Mobilità

Visto   l’art.   15   del   Regolamento   per   la   Navigazione   In- terna.

Vista  la  L.R.  n.  52/1989.

Visto  il  combinato  disposto  dei  commi  3  e  5  dell’art.  27   del  D.lgs.  n.  171/2005.

Ritenuto necessario, per motivi di sicurezza della naviga- zione, disciplinare le pratiche del kiteboarding e del traino di galleggianti idonei al trasporto di persone nelle acque del lago di Garda di competenza della Regione del Veneto.

Considerati  gli  incontri  tenutesi  presso  la  Comunità  del   Garda   con   rappresentanti   della   stessa,   della   Regione   Lom- bardia   e   della   Provincia   Autonoma   di   Trento,   all’esito   dei   quali si è concordato, nei limiti di quanto stabilito dai rispet- tivi Ordinamenti, di dare una regolamentazione uniforme per lo svolgimento delle pratiche del kiteboarding e del traino di galleggianti idonei al trasporto di persone nelle acque del lago di Garda.

Visto  il  D.  Lgs.  n.  112/1998. Vista  la  L.R.  n.  11/2001. Vista  la  D.G.R.  n.  1880  del  24.06.2003.

ordina

Capo  I Traino  di  galleggianti  idonei  al  trasporto  di  persone

Bruno Carli

Allegato A

Bollettino  Ufficiale  della  Regione  del  Veneto  n.  22  del  23  marzo  2012 9

Articolo 3 – Partenza del kiteboard.

1.   La  partenza  del  kiteboard  può  avvenire:

  1. a)    in  navigazione,  da  unità  da  diporto  alle  condizioni  di  cuiall’articolo  4;;
  2. b)    da   terra,   esclusivamente   dalle   aree   eventualmente   indi-viduate  dai  Comuni  ai  sensi  dell’art.  5,  e  secondo  le  mo- dalità  ed  i  limiti  di  cui  agli  articoli  5,  6  e  7  della  presente   Ordinanza.

Articolo  4  -­  Partenza  da  unità  da  diporto  in  navigazione.

1.   La  partenza  del  kiteboard  in  navigazione  può  avve- nire  esclusivamente  da  unità  da  diporto  conformi  ai  requisiti   essenziali di sicurezza stabiliti dalla legge.

2.   La   partenza   del   kiteboard   deve   avvenire   ad   almeno   300 metri dalla riva, in acque libere da altre imbarcazioni, ed in modo da non ostacolarne la navigazione, nonché a distanza di sicurezza dalle rotte della navigazione di linea.

Articolo  5  -­  Partenza  da  terra.

1.   I   Comuni   possono   individuare   delle   aree   a   terra   da   adibire in modo esclusivo alla pratica del kiteboarding.

2.   Le  aree  di  cui  al  comma  1  devono  essere  individuate   nel rispetto dei limiti posti dall’art. 7 e non possono essere utilizzate  per  la  balneazione  o  per  altre  attività.

3.   Tali  aree  devono  essere  chiaramente  identificate  me- diante idonea delimitazione perimetrale dell’area a terra.

4.   I  Comuni  informano  l’utenza  dell’uso  esclusivo  delle   aree di cui al comma 1 tramite un’adeguata cartellonistica riportante in più lingue il divieto di balneazione.

Articolo  6  -­  Corridoi  di  lancio.

1.   I  Comuni,  qualora  individuino  le  aree  a  terra  di  cui   all’art.   5   comma   1,   predispongono   corridoi   di   lancio   per   la   partenza e l’atterraggio dei kiteboards.

2.   I  corridoi  di  lancio  devono  avere  una  lunghezza  del   fronte  spiaggia  di  almeno  30  metri  che  dovrà  allargarsi  sino  ad   una ampiezza massima di 80 metri ad una distanza compresa tra  50  e  150  metri  dalla  costa,  ove  possibile.

3.   I  corridoi  di  lancio  devono  essere  delimitati  lateralmente   da due linee di boe di colore giallo ad una distanza massima di 20 metri l’una dall’altra.

4.   Le  ultime  due  boe  poste  più  al  largo  dovranno  riportare   la   dicitura   “Corridoio   di   kiteboarding   -­   Divieto   di   balnea- zione”.

5.   Le  boe  costituenti  le  linee  del  corridoio  non  devono   essere  collegate  tra  di  loro  tramite  una  cima  galleggiante.  Esse   possono essere collegate tra di loro soltanto sul fondo mediante una cima non galleggiante.

Articolo  7  -­  Limitazioni  e  divieti.

1.   La  pratica  del  kiteboarding  è  comunque  vietata:

  1. a)    All’interno   dei   porti,   lungo   le   rotte   di   accesso   ai   portinonché ad una distanza laterale dall’ingresso dei portiinferiore  a  500  metri;;
  2. b)    Ad  una  distanza  inferiore  a  500  metri  dagli  scali  del  ser-vizio di trasporto pubblico di linea e lungo le rotte delle unità  di  tale  servizio;;

c)   Nelle  zone  riservate  alla  balneazione  nonché  nella  fascia   ad esse esterna di metri 200;

d)   Nel  raggio  di  100  metri  dai  luoghi  o  dai  mezzi  nautici  di   appoggio segnalanti la presenza di subacquei;

e)   Nelle  zone  a  canneto  ed  in  quelle  di  rilevanza  archeolo- gica subacquea o naturalistica nonché nella fascia ad esse esterna di metri 200;

f)   nelle  aree  riservate  a  specifiche  attività. 2.   Fatto  salvo  per  i  corridoi  di  lancio  di  cui  all’articolo  6,

l’uso  del  kiteboard  è  comunque  vietato  per  una  fascia  di  150   metri dalla costa.

3. Abrogato.

4.   La  pratica  del  kiteboarding  è  consentita  soltanto  con   buona  visibilità,  da  mezz’ora  prima  del  sorgere  del  sole  a  mez- z’ora dopo il tramonto, salva diversa eventuale determinazione oraria più restrittiva da parte dei Comuni, con condizioni meteorologiche e dello stato delle acque favorevoli.

4bis.  La  distanza  indicata  alla  lettera  a)  del  comma  1)  del   presente  articolo  può  essere  ridotta  fino  a  metri  300  dall’in- gresso laterale del porto valutate le condizioni particolarmente favorevoli  dello  specifico  territorio,  che  garantiscano  comunque   adeguate  condizioni  di  sicurezza,  certificate  mediante  apposito   atto del Comune competente.

Articolo 8 – Disposizioni comportamentali.

1.   Con  l’esclusione  dell’ipotesi  di  cui  all’articolo  4,  la   partenza e l’atterraggio dei kiteboards devono essere effet- tuati  soltanto  nei  corridoi  di  lancio  di  cui  all’art.  6  e  devono   avvenire  con  la  tecnica  del  “body  drag”,  che  consiste  nel  farsi   trascinare dall’aquilone con il corpo in acqua sino al limite a largo del corridoio di lancio, o navigando in corretta postura ed  a  bassa  velocità  con  il  massimo  controllo.  Nei  corridoi  di   lancio  ed  in  prossimità  della  riva  è  proibito  eseguire  figure  e   salti.

2. È consentito il transito di un solo kiteboard per volta con diritto di precedenza ai mezzi in rientro.

3. A terra è vietato effettuare prove di manovra del ki- teboard, nonché lasciare incustodito il kiteboard senza aver scollegato almeno un lato dell’ala e riavvolto completamente i cavi sul boma.

4.   È  fatto  obbligo  di  collegare  le  linee  solo  quando  si  è   prossimi al decollo dell’ala ed assicurarsi, altresì, di scollegarle quando si atterra.

5.   La  circolazione  dei  kiteboards  non  deve  creare  si- tuazioni di pericolo o d’intralcio alla navigazione in genere, evitando  le  aree  particolarmente  frequentate  da  altre  unità  in   navigazione,  quali  in  particolare,  unità  a  vela  e  windsurf.

6.   Il  kiteboard  è  unità  di  navigazione  a  vela  e  pertanto   deve attenersi alle regole di precedenza della navigazione a vela.

7.   Il  kiteboard  che  procede  in  corretta  postura  di  naviga- zione deve rispettare le norme di incrocio, il kiteboard mure a dritta ha diritto di precedenza sul kiteboard mure a sinistra. Il   kiteboard   mure   a   dritta   deve,   sollevando   l’aquilone,   dare   spazio  a  chi  passa  sottovento.  Il  kiteboard  mure  a  sinistra  deve   tenere l’aquilone basso.

8.   Il   kiteboard   che   procede   mure   a   dritta   -­   in   corretta   postura  di  navigazione  -­  in  incrocio  con  altra  deriva  o  unità   a vela, deve mantenere la rotta mantenendo alto l’aquilone, assumendo una conduzione prudente e responsabile.

10 Bollettino  Ufficiale  della  Regione  del  Veneto  n.  22  del  23  marzo  2012

9.   L’unità  di  kiteboard  che  procede  nella  stessa  direzione   di  altro  kiteboard  o  unità  a  vela  sopravento,  dà  spazio  a  quella   sottovento mantenendo sollevato l’aquilone.

10.   In  fase  di  incrocio  chi  è  sottovento  deve  evitare  bruschi   movimenti con l’aquilone.

11.   In  caso  di  sorpasso  il  kiteboard  più  veloce  proveniente   da tergo deve tenersi discosto da quello più lento mantenendo distanza di sicurezza.

12.  Manovre,   transizioni,   figure   aeree,   navigazione   in   figure  artistiche,  manovre  in  loop  di  aquilone,  comportano  la   perdita dei diritti di precedenza e vanno eseguite mantenendosi discosti  da  altre  unità  di  navigazione  di  qualsivoglia  tipo,  nel   rispetto  degli  spazi  e  delle  norme  di  prudenza.”.

Articolo 9 – Dotazioni.

1. Per svolgere la pratica del kiteboarding è obbliga- torio:

  1. a)    Indossare  permanentemente  un  giubbotto  di  salvataggio   omologato;
  2. b)    utilizzare   un   dispositivo   che   renda   possibile   lo   sgancio   rapido  del  corpo  dalla  vela-­aquilone  in  caso  di  necessità;;
  3. c)    portare  con  sé  un  coltello  taglia  scotte. 2.   Il  kiteboard  deve  essere  dotato  di  un  dispositivo  di  si-

curezza che permetta l’apertura dell’ala ed il suo conseguente sventamento.

Articolo  10  -­  Pubblicità.

1.   Le  disposizioni  di  cui  agli  articoli  7  8  e  9  devono  es- sere  rese  pubbliche  mediante  affissione,  nelle  aree  individuate   ai  sensi  dell’art.  5  della  presente  Ordinanza,  di  cartellonistica   redatta in lingua italiana inglese e tedesca.

Capo  III Sanzioni

Articolo 11 – Sanzioni.

1. È fatto obbligo a chiunque di osservare e far osservare la presente Ordinanza.

2. Salvo che il fatto costituisca più grave violazione, chiunque violi le disposizioni di cui alla presente Ordinanza è  soggetto  alle  sanzioni  amministrative  previste  dall’art.  53,   comma  3,  del  Decreto  Legislativo  n.  171  del  18.07.2005,  e  sue   successive  modifiche.

3. Per l’applicazione delle sanzioni di cui al presente articolo  si  osservano  le  disposizioni  della  legge  24  novembre   1981,  n.  689  (Modifiche  al  sistema  penale)  e  ss.mm.ii.,  e  dalla   L.R.  28  gennaio  1977,  n.  10.